Libro Bergamo anno zero. I due mesi che hanno cambiato per sempre il volto della provincia lombarda. Con un'intervista a Giorgio Gori - editore: Round Robin Editrice - anno: 2020
EAN: 
9788894953633

Descrizione

«L’anno zero è l’anno del cominciamento, della nascita» ha detto Luc Dardenne in una conferenza su "Germania anno zero" di Roberto Rossellini «e il cominciamento di tutto è il coraggio». Il coraggio di chi ha visto morire i propri cari perché non è mai arrivata l’ambulanza o la bombola di ossigeno che avrebbe potuto salvarli, quello dei medici costretti a rischiare la vita perché non c'erano protezioni per visitare i pazienti. Ascoltare le loro voci è comprendere la sofferenza e la forza d’animo di una città, ma anche assistere al doloroso resoconto di quello che in Lombardia non ha funzionato nella gestione dell’emergenza: mascherine introvabili, pochi tamponi, dati imprecisi, una zona rossa che nessuno ha voluto creare, e il contagio che si diffonde inesorabile negli ospedali e nelle Rsa. Poteva andare diversamente? Forse, ma la Regione con le migliori eccellenze ospedaliere da anni aveva dimenticato la medicina del territorio e la prevenzione. Così la tragedia oggi obbliga a ripensare una sanità che si è spinta troppo nelle mani dei privati, perché quello che la pandemia ci ha ricordato è che il compito primario delle istituzioni è la tutela del benessere della collettività.

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«L’anno zero è l’anno del cominciamento, della nascita» ha detto Luc Dardenne in una conferenza su "Germania anno zero" di Roberto Rossellini «e il cominciamento di tutto è il coraggio». Il coraggio di chi ha visto morire i propri cari perché non è mai arrivata l’ambulanza o la bombola di ossigeno che avrebbe potuto salvarli, quello dei medici costretti a rischiare la vita perché non c'erano protezioni per visitare i pazienti. Ascoltare le loro voci è comprendere la sofferenza e la forza d’animo di una città, ma anche assistere al doloroso resoconto di quello che in Lombardia non ha funzionato nella gestione dell’emergenza: mascherine introvabili, pochi tamponi, dati imprecisi, una zona rossa che nessuno ha voluto creare, e il contagio che si diffonde inesorabile negli ospedali e nelle Rsa. Poteva andare diversamente? Forse, ma la Regione con le migliori eccellenze ospedaliere da anni aveva dimenticato la medicina del territorio e la prevenzione. Così la tragedia oggi obbliga a ripensare una sanità che si è spinta troppo nelle mani dei privati, perché quello che la pandemia ci ha ricordato è che il compito primario delle istituzioni è la tutela del benessere della collettività.

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