Libro Empatia e creatività. Personale, impersonale, interpersonale - editore: Il Poligrafo - anno: 2020
EAN: 
9788893871389

Descrizione

Che cos’è la creatività? Nel confronto multidisciplinare tra filosofia, arte e neuroscienze, il volume focalizza la questione del significato dell’empatia con quei corpi inanimati che sono le opere d’arte, di cui cogliamo un’eccedenza: il valore universale di “patrimonio dell’umanità”. Nei primi anni del Novecento, mentre Edmund Husserl rileva un’analogia tra lo “sguardo” non oggettivante dell’artista e quello del fenomenologo, il pittore Paul Klee scrive che l’arte non ripete le cose visibili, ma «rende visibile». Se l’empatia coglie l’interno dell’esterno, la creatività svincola la materia dalla mera oggettività e la incorona. Una “ragione incarnata” consente al filosofo di articolare, senza attrito, il personale e l’impersonale, attraverso lo snodo centrale dell’interpersonale. Ne risultano: il primato della sensibilità corporeo-vivente, conscia e non conscia, e il riscatto dell’inanimato dall’anonimato, la vita delle “cose”. Così, l’opera d’arte è il “finito immortale”, patrimonio di tutti e di ciascuno, nessuno escluso, cioè dell’umanità intera, persino di quella futura.

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Che cos’è la creatività? Nel confronto multidisciplinare tra filosofia, arte e neuroscienze, il volume focalizza la questione del significato dell’empatia con quei corpi inanimati che sono le opere d’arte, di cui cogliamo un’eccedenza: il valore universale di “patrimonio dell’umanità”. Nei primi anni del Novecento, mentre Edmund Husserl rileva un’analogia tra lo “sguardo” non oggettivante dell’artista e quello del fenomenologo, il pittore Paul Klee scrive che l’arte non ripete le cose visibili, ma «rende visibile». Se l’empatia coglie l’interno dell’esterno, la creatività svincola la materia dalla mera oggettività e la incorona. Una “ragione incarnata” consente al filosofo di articolare, senza attrito, il personale e l’impersonale, attraverso lo snodo centrale dell’interpersonale. Ne risultano: il primato della sensibilità corporeo-vivente, conscia e non conscia, e il riscatto dell’inanimato dall’anonimato, la vita delle “cose”. Così, l’opera d’arte è il “finito immortale”, patrimonio di tutti e di ciascuno, nessuno escluso, cioè dell’umanità intera, persino di quella futura.

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