Libro Il pensiero. Rivista di filosofia (2021). Vol. 60: Sulla critica - editore: Inschibboleth - anno: 2021
EAN: 
9788855292474

Descrizione

La ricchezza delle determinazioni, delle esperienze, degli stili di pensiero che è possibile ricondurre sotto una delle parole più fortunate della modernità, critica, rende forse difficile delimitarne rigorosamente l’uso, o perlomeno recensirne le numerosissime declinazioni. Alla ovvia difficoltà comportata dall’ampiezza dell’orizzonte che occorrerebbe perlustrare, si aggiunge un’ulteriore complicazione, comportata dal fatto che, entro la tradizione critica della modernità (tradizione critica: un ossimoro non più avvertito come tale), si è fatto necessario volgere la critica in autocritica e rimeditare incessantemente le condizioni del suo esercizio. A che punto è dunque, oggi, la critica? È ancora critica la postura del filosofo, ed è sufficiente essere critici, nel senso più generale del termine, per pensare en philosophe? Come debbono essere avvicinate queste due parole, critica e filosofia? In quali ambiti si può e si deve dire oggi, come Kant dice nella Critica del Giudizio, che la critica tiene il luogo della teoria? Critica significa, per la filosofia, rassegnarsi a una vena malinconica e impotente, o mantenere il rigore e finanche la spietatezza della differenziazione?

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La ricchezza delle determinazioni, delle esperienze, degli stili di pensiero che è possibile ricondurre sotto una delle parole più fortunate della modernità, critica, rende forse difficile delimitarne rigorosamente l’uso, o perlomeno recensirne le numerosissime declinazioni. Alla ovvia difficoltà comportata dall’ampiezza dell’orizzonte che occorrerebbe perlustrare, si aggiunge un’ulteriore complicazione, comportata dal fatto che, entro la tradizione critica della modernità (tradizione critica: un ossimoro non più avvertito come tale), si è fatto necessario volgere la critica in autocritica e rimeditare incessantemente le condizioni del suo esercizio. A che punto è dunque, oggi, la critica? È ancora critica la postura del filosofo, ed è sufficiente essere critici, nel senso più generale del termine, per pensare en philosophe? Come debbono essere avvicinate queste due parole, critica e filosofia? In quali ambiti si può e si deve dire oggi, come Kant dice nella Critica del Giudizio, che la critica tiene il luogo della teoria? Critica significa, per la filosofia, rassegnarsi a una vena malinconica e impotente, o mantenere il rigore e finanche la spietatezza della differenziazione?

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