Libro L'Irlanda alla sbarra e altri scritti in italiano - editore: Ripostes - anno: 2017
EAN: 
9788896933824

Descrizione

I brani raccolti (articoli, saggi e temi) fanno parte di una serie di scritti italiani che James Joyce concepì tra il 1907 e il 1912, durante il suo soggiorno (ovvero esilio volontario) a Trieste. Il titolo, “L'Irlanda alla sbarra”, è emblematico dell'intera opera. L'intento dello scrittore, infatti, era di far sì che l'Europa conoscesse qualcosa di più sulle tradizioni della sua patria, nonché i conflitti politici interni, le realtà e le problematiche di quell'unico popolo cattolico per il quale la fede vuol dire anche esercizio della fede". E sebbene Joyce stesse vivendo in quegli anni una quotidianità ben diversa dalla "paralisi" che attanagliava la società borghese di Dublino, non mancò mai di preoccuparsi delle vicissitudini dell’Irlanda e delle sue sorti. Diventa, quindi, il cronista storico che, nonostante la sua non attiva partecipazione agli eventi politici irlandesi, descrive la "lotta" con quel sottile sarcasmo che deriva dal proprio sentimento conflittuale di amore/odio verso la sua terra. La letteratura viene pertanto usata come sorta di risveglio dei suoi connazionali dal proprio "malessere". (Dall'introduzione di Silvana Panza)

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I brani raccolti (articoli, saggi e temi) fanno parte di una serie di scritti italiani che James Joyce concepì tra il 1907 e il 1912, durante il suo soggiorno (ovvero esilio volontario) a Trieste. Il titolo, “L'Irlanda alla sbarra”, è emblematico dell'intera opera. L'intento dello scrittore, infatti, era di far sì che l'Europa conoscesse qualcosa di più sulle tradizioni della sua patria, nonché i conflitti politici interni, le realtà e le problematiche di quell'unico popolo cattolico per il quale la fede vuol dire anche esercizio della fede". E sebbene Joyce stesse vivendo in quegli anni una quotidianità ben diversa dalla "paralisi" che attanagliava la società borghese di Dublino, non mancò mai di preoccuparsi delle vicissitudini dell’Irlanda e delle sue sorti. Diventa, quindi, il cronista storico che, nonostante la sua non attiva partecipazione agli eventi politici irlandesi, descrive la "lotta" con quel sottile sarcasmo che deriva dal proprio sentimento conflittuale di amore/odio verso la sua terra. La letteratura viene pertanto usata come sorta di risveglio dei suoi connazionali dal proprio "malessere". (Dall'introduzione di Silvana Panza)

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