Libro L'ombra lunga della tradizione. Cultura giuridica e prassi matrimoniale nel Regno di Napoli (1809-1815) - editore: Giappichelli - anno: 2018
EAN: 
9788892117006

Descrizione

L’analisi giurisprudenziale del Titolo VI del codice napoleonico, relativo al divorzio, ha consentito di indagare il processo di francisation del Regno di Napoli e di accertare «l’esistenza […] di una via [napoletana] della codificazione francese». Nonostante lo scompiglio generato dalla ondata laicizzatrice imposta dal Bonaparte, la tradizione giuridica partenopea preesistente alle riforme francesi non fu spazzata via di colpo dall’introduzione dei nuovi testi legislativi. Quelli della dominazione francese nel Regno di Napoli furono anni di transizione e non di assestamento: le novità si innestarono in un sistema che poteva contare sulla solidità di un’eredità sapienziale millenaria, e il nuovo codice fu applicato – per volere di Murat – da magistrati autoctoni in carica già prima della conquista francese. Nel 1819 le cose non mutarono radicalmente: la recezione del modello napoleonico passò attraverso una retorica giuridica di adeguamento della tradizione. Si sarebbe dunque confermata la tendenza già manifestatasi durante il Decennio, non nel segno di un rifiuto delle novità normative d’Oltralpe, bensì nell’ottica di un armonico e non traumatico svolgersi di quello che è indubbiamente stato un passaggio epocale. Passaggio che, svoltosi nel Regno di Napoli nell’ombra lunga e rassicurante della tradizione, avrebbe successivamente reso irrevocabile la scelta per la codificazione.

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L’analisi giurisprudenziale del Titolo VI del codice napoleonico, relativo al divorzio, ha consentito di indagare il processo di francisation del Regno di Napoli e di accertare «l’esistenza […] di una via [napoletana] della codificazione francese». Nonostante lo scompiglio generato dalla ondata laicizzatrice imposta dal Bonaparte, la tradizione giuridica partenopea preesistente alle riforme francesi non fu spazzata via di colpo dall’introduzione dei nuovi testi legislativi. Quelli della dominazione francese nel Regno di Napoli furono anni di transizione e non di assestamento: le novità si innestarono in un sistema che poteva contare sulla solidità di un’eredità sapienziale millenaria, e il nuovo codice fu applicato – per volere di Murat – da magistrati autoctoni in carica già prima della conquista francese. Nel 1819 le cose non mutarono radicalmente: la recezione del modello napoleonico passò attraverso una retorica giuridica di adeguamento della tradizione. Si sarebbe dunque confermata la tendenza già manifestatasi durante il Decennio, non nel segno di un rifiuto delle novità normative d’Oltralpe, bensì nell’ottica di un armonico e non traumatico svolgersi di quello che è indubbiamente stato un passaggio epocale. Passaggio che, svoltosi nel Regno di Napoli nell’ombra lunga e rassicurante della tradizione, avrebbe successivamente reso irrevocabile la scelta per la codificazione.

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