Libro La meditazione theravada. La trasformazione buddhista dello yoga - editore: Astrolabio Ubaldini - anno: 1987
EAN: 
9788834008850

Descrizione

Il primo libro che riconduca le forme moderne della pratica di meditazione theravada alle sue radici indiane. King, avvalendosi delle fonti autorevoli del canone pali, del Sentiero della purificazione di Buddhaghosa e del Sentiero della liberazione di Upatissa, sostiene la tesi che il sistema meditativo theravada, che appare come una curiosa e a volte disorientante mescolanza di caratteri brahmanici e buddhisti, sia di fatto l'adattamento di alcune tecniche yoga alla concezione del mondo buddhista. Di fatto lo yoga, in quanto metodo, si rivelò particolarmente duttile, utile sia nella ricerca upanishadica del Brahman o in quella del Sé assoluto del Samkhya, sia nell’‘estinzione delle febbri del samsara’ propria dell’illuminazione buddhista. Le tecniche ascetiche che sembrano dominare la religiosità indiana fin dall’epoca vedica sono dapprima rifiutate dal Buddha Gautama e poi riscoperte e inglobate dai buddhisti nel proprio sistema meditativo. King si sofferma particolarmente sul rapporto tra jhana e vipassana e sul supremo stato raggiungibile, la nirodhasamapatti o cessazione del pensiero e della percezione, ritenuta dal Buddhismo theravada un’esperienza effettiva del nirvana in questa vita. Nel capitolo conclusivo l’autore spiega un metodo di meditazione poco noto in occidente, semplificato e accessibile anche ai laici, praticato attualmente in Birmania, Thailandia e Ceylon.

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Il primo libro che riconduca le forme moderne della pratica di meditazione theravada alle sue radici indiane. King, avvalendosi delle fonti autorevoli del canone pali, del Sentiero della purificazione di Buddhaghosa e del Sentiero della liberazione di Upatissa, sostiene la tesi che il sistema meditativo theravada, che appare come una curiosa e a volte disorientante mescolanza di caratteri brahmanici e buddhisti, sia di fatto l'adattamento di alcune tecniche yoga alla concezione del mondo buddhista. Di fatto lo yoga, in quanto metodo, si rivelò particolarmente duttile, utile sia nella ricerca upanishadica del Brahman o in quella del Sé assoluto del Samkhya, sia nell’‘estinzione delle febbri del samsara’ propria dell’illuminazione buddhista. Le tecniche ascetiche che sembrano dominare la religiosità indiana fin dall’epoca vedica sono dapprima rifiutate dal Buddha Gautama e poi riscoperte e inglobate dai buddhisti nel proprio sistema meditativo. King si sofferma particolarmente sul rapporto tra jhana e vipassana e sul supremo stato raggiungibile, la nirodhasamapatti o cessazione del pensiero e della percezione, ritenuta dal Buddhismo theravada un’esperienza effettiva del nirvana in questa vita. Nel capitolo conclusivo l’autore spiega un metodo di meditazione poco noto in occidente, semplificato e accessibile anche ai laici, praticato attualmente in Birmania, Thailandia e Ceylon.

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