Libro La povertà non è naturale - editore: Castelvecchi - anno: 2021
EAN: 
9788832902648

Descrizione

«Come la schiavitù e l’apartheid, la povertà non è naturale. È causata dall’uomo e può essere superata e sradicata solo dalle azioni degli esseri umani». È dal celebre discorso di Mandela a Trafalgar Square (2005) che prende le mosse George Curtis, in questo libro che nel 2020 il «Financial Times» ha inserito tra i suoi consigli di lettura in ambito economico. Perché i lavoratori non beneficiano della ricchezza che producono? Perché ci sono così tanti disoccupati che non sono in grado di provvedere a se stessi? Nel mondo occidentale, politici ed economisti si limitano ad apportare piccole migliorie al welfare state istituito nel dopoguerra senza prendere le decisioni audaci che sarebbero necessarie in una vera battaglia alla povertà. Della povertà George Curtis ricerca le cause profonde, strutturali, ripercorrendo il pensiero dell’economista socialista Henry George (1839-1897), e dimostrando come essa entri in quadro sociale ampiamente accettato (proprio come lo era la schiavitù). Per indicare, infine, una strada percorribile da quasi tutti i governi: la redistribuzione della rendita fondiaria.

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«Come la schiavitù e l’apartheid, la povertà non è naturale. È causata dall’uomo e può essere superata e sradicata solo dalle azioni degli esseri umani». È dal celebre discorso di Mandela a Trafalgar Square (2005) che prende le mosse George Curtis, in questo libro che nel 2020 il «Financial Times» ha inserito tra i suoi consigli di lettura in ambito economico. Perché i lavoratori non beneficiano della ricchezza che producono? Perché ci sono così tanti disoccupati che non sono in grado di provvedere a se stessi? Nel mondo occidentale, politici ed economisti si limitano ad apportare piccole migliorie al welfare state istituito nel dopoguerra senza prendere le decisioni audaci che sarebbero necessarie in una vera battaglia alla povertà. Della povertà George Curtis ricerca le cause profonde, strutturali, ripercorrendo il pensiero dell’economista socialista Henry George (1839-1897), e dimostrando come essa entri in quadro sociale ampiamente accettato (proprio come lo era la schiavitù). Per indicare, infine, una strada percorribile da quasi tutti i governi: la redistribuzione della rendita fondiaria.

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