Libro La voce. Sonorità e pensiero alle origini della cultura europea - editore: Unicopli - anno: 2015
EAN: 
9788840018164

Descrizione

"E Dio disse: Sia la luce! E la luce fu." Ma, quale lingua parlava il Signore? E - soprattutto - com'era, cos'era la voce del Signore? Parecchi secoli dopo, l'evangelista Giovanni non ha dubbi: "Nel principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e Dio era il Verbo"; la voce del Signore è diventata il Verbo (logos). Sulla scorta d'una bibliografia impressionante, questo lavoro si spinge fino alle origini del pensiero occidentale, mettendo in evidenza le scelte attraverso cui la sola voce articolata ha conseguito il rango di voce interiore (logos), e con ciò quello di unico strumento legittimo di ragione, escludendo sia tutto il variopinto arcobaleno dei diversi vocalismi sia ogni altra modalità operativa della mente - immagini, suoni, odori, sensazioni. Il risultato di questo processo è stato un pensiero logico schematico e chiuso a ogni altra modalità d'approccio con il mondo sia esterno che interiore: un pensiero a un tempo misero e maschile che, nella sua arroganza e nella sua debolezza, bolla come "irrazionale" tutto ciò che, in virtù dei limiti ch'esso stesso si è dato, non riesce a comprendere.

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"E Dio disse: Sia la luce! E la luce fu." Ma, quale lingua parlava il Signore? E - soprattutto - com'era, cos'era la voce del Signore? Parecchi secoli dopo, l'evangelista Giovanni non ha dubbi: "Nel principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e Dio era il Verbo"; la voce del Signore è diventata il Verbo (logos). Sulla scorta d'una bibliografia impressionante, questo lavoro si spinge fino alle origini del pensiero occidentale, mettendo in evidenza le scelte attraverso cui la sola voce articolata ha conseguito il rango di voce interiore (logos), e con ciò quello di unico strumento legittimo di ragione, escludendo sia tutto il variopinto arcobaleno dei diversi vocalismi sia ogni altra modalità operativa della mente - immagini, suoni, odori, sensazioni. Il risultato di questo processo è stato un pensiero logico schematico e chiuso a ogni altra modalità d'approccio con il mondo sia esterno che interiore: un pensiero a un tempo misero e maschile che, nella sua arroganza e nella sua debolezza, bolla come "irrazionale" tutto ciò che, in virtù dei limiti ch'esso stesso si è dato, non riesce a comprendere.

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