Libro Lasciarsi cadere. Racconto da un mondo minore - editore: gran via - anno: 2013
EAN: 
9788895492193

Descrizione

"Mi capita sempre più spesso, nella quotidianità, di aver voglia di scegliere la via più breve, cioè buttarmi dalla finestra. La via più lunga è scrivere." Con queste parole Brigitte Schwaiger, divenuta famosa giovanissima con il best seller "Perché il mare è salato?", scosse nel 2006 il mondo letterario austriaco, pubblicando dopo anni di silenzio e cure psichiatriche un ritratto autobiografico intimo, personalissimo, che è anche una critica al sistema sanitario del suo Paese e una cruda accusa alla società. Senza fronzoli o tentativi di abbellire il brutto, Brigitte Schwaiger descrive il suo disagio mentale, l'omosessualità repressa, l'annichilente sensazione di fallimento che ha sempre pervaso la sua vita. Lucide e graffianti invettive si alternano a momenti di cupa disperazione, la scrittura diventa flusso di coscienza terapeutico, autoanalisi che dalla dimensione soggettiva si apre a quella famigliare, conducendo il lettore a riflettere infine sull'ipocrisia di una società in cui la malattia viene celata tra le mura di un ospedale psichiatrico. Un racconto-saggio con cui l'autrice si libera dal senso di colpa e di vergogna che accompagna ogni malato, insinuando il sospetto che i "matti" siano solo persone troppo sensibili per vivere in questo mondo senza lasciarsi cadere.

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"Mi capita sempre più spesso, nella quotidianità, di aver voglia di scegliere la via più breve, cioè buttarmi dalla finestra. La via più lunga è scrivere." Con queste parole Brigitte Schwaiger, divenuta famosa giovanissima con il best seller "Perché il mare è salato?", scosse nel 2006 il mondo letterario austriaco, pubblicando dopo anni di silenzio e cure psichiatriche un ritratto autobiografico intimo, personalissimo, che è anche una critica al sistema sanitario del suo Paese e una cruda accusa alla società. Senza fronzoli o tentativi di abbellire il brutto, Brigitte Schwaiger descrive il suo disagio mentale, l'omosessualità repressa, l'annichilente sensazione di fallimento che ha sempre pervaso la sua vita. Lucide e graffianti invettive si alternano a momenti di cupa disperazione, la scrittura diventa flusso di coscienza terapeutico, autoanalisi che dalla dimensione soggettiva si apre a quella famigliare, conducendo il lettore a riflettere infine sull'ipocrisia di una società in cui la malattia viene celata tra le mura di un ospedale psichiatrico. Un racconto-saggio con cui l'autrice si libera dal senso di colpa e di vergogna che accompagna ogni malato, insinuando il sospetto che i "matti" siano solo persone troppo sensibili per vivere in questo mondo senza lasciarsi cadere.

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