Libro Le crisi d'impresa in un'economia finanziaria - editore: Giappichelli - anno: 2018
EAN: 
9788892116870

Descrizione

Il volume cerca di cogliere il senso delle riforme (soprattutto il Codice della crisi e dell’insolvenza elaborato dalla Seconda Commissione Rordorf) che stanno mutando il volto del diritto concorsuale. Il problema di fondo è costituito dal progressivo ridimensionamento del ruolo della responsabilità patrimoniale e della par condicio creditorum: invece di confidare su meccanismi liquidatori, si cerca d’intervenire d’anticipo sulla gestione dell’impresa; invece di puntare sulla vendita coattiva dei beni del debitore, si cerca di salvare il complesso aziendale, riequilibrandone i conti attraverso una riduzione del passivo, effettuata talvolta anche a prescindere dal consenso dei creditori. Questa diversità d’approccio può far dubitare che i crediti possano essere ancora annoverati tra i diritti soggettivi. Al riguardo, si deve essere consapevoli del fatto che gli accennati mutamenti, rispetto al vecchio diritto fallimentare, non sono casuali, ma dipendono dal passaggio da economie di tipo mercantile o industriale, come quelle tenute presenti dal vecchio Codice di commercio e dal legislatore del 1942, a un’economia prevalentemente finanziaria, come quella in cui viviamo. Ciò posto, però, si deve evitare con cura che i nuovi istituti – pur necessari per mettere l’ordinamento al passo con i tempi – acquistino caratteristiche illiberali, che farebbero perdere molti punti in termini di civiltà giuridica. A questo fine, le novità contenute nel predetto articolato Rordorf vengono sottoposte a un esame critico assai penetrante, ma mai malevolo.

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Il volume cerca di cogliere il senso delle riforme (soprattutto il Codice della crisi e dell’insolvenza elaborato dalla Seconda Commissione Rordorf) che stanno mutando il volto del diritto concorsuale. Il problema di fondo è costituito dal progressivo ridimensionamento del ruolo della responsabilità patrimoniale e della par condicio creditorum: invece di confidare su meccanismi liquidatori, si cerca d’intervenire d’anticipo sulla gestione dell’impresa; invece di puntare sulla vendita coattiva dei beni del debitore, si cerca di salvare il complesso aziendale, riequilibrandone i conti attraverso una riduzione del passivo, effettuata talvolta anche a prescindere dal consenso dei creditori. Questa diversità d’approccio può far dubitare che i crediti possano essere ancora annoverati tra i diritti soggettivi. Al riguardo, si deve essere consapevoli del fatto che gli accennati mutamenti, rispetto al vecchio diritto fallimentare, non sono casuali, ma dipendono dal passaggio da economie di tipo mercantile o industriale, come quelle tenute presenti dal vecchio Codice di commercio e dal legislatore del 1942, a un’economia prevalentemente finanziaria, come quella in cui viviamo. Ciò posto, però, si deve evitare con cura che i nuovi istituti – pur necessari per mettere l’ordinamento al passo con i tempi – acquistino caratteristiche illiberali, che farebbero perdere molti punti in termini di civiltà giuridica. A questo fine, le novità contenute nel predetto articolato Rordorf vengono sottoposte a un esame critico assai penetrante, ma mai malevolo.

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