Libro Mussolini e il generale. Pietro Gazzera, ministro della guerra lungo le tragedie del Novecento - editore: Rubbettino - anno: 2009
EAN: 
9788849823615

Descrizione

Nei cinque anni in cui fu alla guida del dicastero della Guerra, Gazzera, due volte la settimana, varcava il portone di Palazzo Venezia con una cartellina contenente i fogli su cui erano riportati i problemi da sottoporre al Presidente del Consiglio dei Ministri. Dopo qualche mese dall'inizio degli incontri Mussolini invitò il Generale a non prendere più appunti durante quei colloqui. Fu allora che cominciò a lasciarsi andare a giudizi e commenti. Gazzera, uscito da quei colloqui, si fermava nell'anticamera della sala del Mappamondo e riapriva la sua cartellina per annotare quello che, al cospetto del Duce, non aveva potuto fare. Emerge da questi appunti - molti inediti -il quadro di un Mussolini che alterna lucidità politica e giudizi sferzanti, sarcasmo e assoluta mancanza di scrupoli, cecità diplomatica e desiderio di avventure. Come quando, nel 1933, un esercito di 300.000 uomini avrebbe dovuto invadere a sorpresa la Francia. Il Ministro della Guerra espresse subito il suo parere decisamente contrario scrivendo nel diario: "I gerarchi hanno intuito che Mussolini desidera fare un colpo di testa e si affannano a presentargli proposte". E fu proprio la saldatura tra frange dei vertici militari e il regime a provocare la caduta del Ministro. Si può dunque riconoscere a Pietro Gazzera il titolo di ultimo tra i generali responsabili della guida militare del nostro Paese che abbia perseguito una politica di efficienza e tenuto a bada il fascismo?

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Nei cinque anni in cui fu alla guida del dicastero della Guerra, Gazzera, due volte la settimana, varcava il portone di Palazzo Venezia con una cartellina contenente i fogli su cui erano riportati i problemi da sottoporre al Presidente del Consiglio dei Ministri. Dopo qualche mese dall'inizio degli incontri Mussolini invitò il Generale a non prendere più appunti durante quei colloqui. Fu allora che cominciò a lasciarsi andare a giudizi e commenti. Gazzera, uscito da quei colloqui, si fermava nell'anticamera della sala del Mappamondo e riapriva la sua cartellina per annotare quello che, al cospetto del Duce, non aveva potuto fare. Emerge da questi appunti - molti inediti -il quadro di un Mussolini che alterna lucidità politica e giudizi sferzanti, sarcasmo e assoluta mancanza di scrupoli, cecità diplomatica e desiderio di avventure. Come quando, nel 1933, un esercito di 300.000 uomini avrebbe dovuto invadere a sorpresa la Francia. Il Ministro della Guerra espresse subito il suo parere decisamente contrario scrivendo nel diario: "I gerarchi hanno intuito che Mussolini desidera fare un colpo di testa e si affannano a presentargli proposte". E fu proprio la saldatura tra frange dei vertici militari e il regime a provocare la caduta del Ministro. Si può dunque riconoscere a Pietro Gazzera il titolo di ultimo tra i generali responsabili della guida militare del nostro Paese che abbia perseguito una politica di efficienza e tenuto a bada il fascismo?

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