Libro Primo canto. La Torre di Motta e altre poesie - editore: Algra - anno: 2020
EAN: 
9788893414074

Descrizione

«Angelo Emanuele, nato nel 1877 a Motta Sant’Anastasia, nel 1900 pubblicò "Primo canto", una piccola raccolta di poesie, stampata a Catania nello “Stabilimento Tipografico a Vapore dell’editore Cav. Niccolò Giannotta”, e venduta al modico prezzo di “UNA lira”. Vi ha incluso sedici componimenti di argomento vario, preceduti da alcune parole tolte da un’elegia di Properzio (libro I, VII, vv. 7-8): Nec tantum ingenio quantum servire dolori / Cogor et aetatis tempora dura queri (= E non tanto sono costretto a essere sottomesso all’ingegno quanto al dolore, e a sopportare i tempi duri della gioventù), e, poiché ogni scrittore non volgare rivela sempre una parte di sé nelle sue opere, in questo lavoro sono accennate alcune notizie d’interesse biografico, come, ad esempio, problemi di salute (forse fu colpito da febbre malarica), e l’amore per una compaesana, di nome Livia, che lo fece soffrire abbastanza, perché un bel giorno lasciò Motta con la famiglia e si trasferì a Catania». (Dall’Introduzione di Carmelo Neri) Presentazione di Chiara Maria Emanuele

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«Angelo Emanuele, nato nel 1877 a Motta Sant’Anastasia, nel 1900 pubblicò "Primo canto", una piccola raccolta di poesie, stampata a Catania nello “Stabilimento Tipografico a Vapore dell’editore Cav. Niccolò Giannotta”, e venduta al modico prezzo di “UNA lira”. Vi ha incluso sedici componimenti di argomento vario, preceduti da alcune parole tolte da un’elegia di Properzio (libro I, VII, vv. 7-8): Nec tantum ingenio quantum servire dolori / Cogor et aetatis tempora dura queri (= E non tanto sono costretto a essere sottomesso all’ingegno quanto al dolore, e a sopportare i tempi duri della gioventù), e, poiché ogni scrittore non volgare rivela sempre una parte di sé nelle sue opere, in questo lavoro sono accennate alcune notizie d’interesse biografico, come, ad esempio, problemi di salute (forse fu colpito da febbre malarica), e l’amore per una compaesana, di nome Livia, che lo fece soffrire abbastanza, perché un bel giorno lasciò Motta con la famiglia e si trasferì a Catania». (Dall’Introduzione di Carmelo Neri) Presentazione di Chiara Maria Emanuele

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