Libro Romagna intima - editore: Pendragon - anno: 2021
EAN: 
9788833643465

Descrizione

Frutto di una vivace stagione artistica che vede nei primi anni del Novecento nascere in Romagna riviste di cultura popolare come «Il Plaustro» e «La Piê», Romagna Intima (1933) è una raccolta di scritti, composti fra il 1923 e il 1932, relativi agli usi, costumi, credenze e tradizioni di questa terra. Quella descritta da Pratella è una Romagna dal paesaggio puro e incontaminato, osservata con la malinconica consapevolezza che nel volgere di pochi decenni non sarà più la stessa. Se ancora gli antichi maceri regnano sovrani, «il cielo si specchia tra i grandi sassi bianchi» e chiese, rocche, castelli, e palazzi testimoniano la gloria passata, tuttavia la vita industriale del presente deturpa con violenza la terra e «tenta di trafiggere il cielo e gli ideali con la punta a parafulmine degli alti camini fumosi degli opifici». Oltre alla natura ampio spazio hanno, però, anche le genti: dalla classe dei braccianti, fondamentale per lo spirito di lotta politica che anima i romagnoli, a quelle degli storici, dei letterati e degli artisti che sempre viva tengono la memoria e la vivacità culturale. È il popolo romagnolo, dunque, nella sua più profonda essenza a lasciare il segno nell’anima di Pratella. Un’accorata dichiarazione d’amore alla propria terra che, a distanza di quasi un secolo, è ancora in grado di incantare e stupire. Introduzione di Giuseppe Bellosi.

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Frutto di una vivace stagione artistica che vede nei primi anni del Novecento nascere in Romagna riviste di cultura popolare come «Il Plaustro» e «La Piê», Romagna Intima (1933) è una raccolta di scritti, composti fra il 1923 e il 1932, relativi agli usi, costumi, credenze e tradizioni di questa terra. Quella descritta da Pratella è una Romagna dal paesaggio puro e incontaminato, osservata con la malinconica consapevolezza che nel volgere di pochi decenni non sarà più la stessa. Se ancora gli antichi maceri regnano sovrani, «il cielo si specchia tra i grandi sassi bianchi» e chiese, rocche, castelli, e palazzi testimoniano la gloria passata, tuttavia la vita industriale del presente deturpa con violenza la terra e «tenta di trafiggere il cielo e gli ideali con la punta a parafulmine degli alti camini fumosi degli opifici». Oltre alla natura ampio spazio hanno, però, anche le genti: dalla classe dei braccianti, fondamentale per lo spirito di lotta politica che anima i romagnoli, a quelle degli storici, dei letterati e degli artisti che sempre viva tengono la memoria e la vivacità culturale. È il popolo romagnolo, dunque, nella sua più profonda essenza a lasciare il segno nell’anima di Pratella. Un’accorata dichiarazione d’amore alla propria terra che, a distanza di quasi un secolo, è ancora in grado di incantare e stupire. Introduzione di Giuseppe Bellosi.

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