Libro Scrivere per vivere. Romanzi e romanzieri nell'Italia di fine Ottocento - editore: Unicopli - anno: 2020
EAN: 
9788840020945

Descrizione

Tra il 1870 e la fine del secolo in Italia vengono pubblicati circa 2545 romanzi inediti. Questi volumi sono l'opera di un migliaio di italiani colti che decidono di cimentarsi con un genere, il romanzo, recente per la storia letteraria ma già fondamentale nel panorama del mercato editoriale. Alcuni di questi romanzi hanno autori i cui nomi sono a noi ben noti e hanno assunto nel tempo un connotato artistico, altri sono volumi che non vengono letti da almeno un secolo e che per gli stessi contemporanei non erano degni di attenzione, ma tutti, indifferentemente, fanno parte dello stesso sistema produttivo, del campo del romanzo, per dirla con Bourdieu, all'interno del quale ogni autore si muove. Il libro, nella prima parte, si prefigge di dare una panoramica esaustiva della produzione narrativa italiana degli ultimi trent'anni dell'Ottocento dal punto di vista quantitativo e sociologico, ricostruendo una geografia del romanzo che tiene conto delle differenze territoriali all'interno della penisola e delle interazioni con l'editoria straniera, soprattutto francese. Nella seconda parte i protagonisti sono i circa 1050 scrittori che hanno pubblicato almeno un romanzo nel trentennio finale del secolo. Chi sono i romanzieri italiani di fine Ottocento? Da dove venivano, quale formazione avevano seguito? Cosa significava per loro scrivere un romanzo? Quali erano le loro aspettative e i loro obiettivi? Quali strategie dovevano intraprendere per inserirsi al meglio nel sistema editoriale? A partire da una banca dati, che repertoria le informazioni sui romanzi e sui loro autori, si è ricostruito un passaggio fondamentale della storia letteraria ed editoriale italiana, durante il quale la scrittura si avvia ad essere quello che può essere chiamato un mestiere.

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Tra il 1870 e la fine del secolo in Italia vengono pubblicati circa 2545 romanzi inediti. Questi volumi sono l'opera di un migliaio di italiani colti che decidono di cimentarsi con un genere, il romanzo, recente per la storia letteraria ma già fondamentale nel panorama del mercato editoriale. Alcuni di questi romanzi hanno autori i cui nomi sono a noi ben noti e hanno assunto nel tempo un connotato artistico, altri sono volumi che non vengono letti da almeno un secolo e che per gli stessi contemporanei non erano degni di attenzione, ma tutti, indifferentemente, fanno parte dello stesso sistema produttivo, del campo del romanzo, per dirla con Bourdieu, all'interno del quale ogni autore si muove. Il libro, nella prima parte, si prefigge di dare una panoramica esaustiva della produzione narrativa italiana degli ultimi trent'anni dell'Ottocento dal punto di vista quantitativo e sociologico, ricostruendo una geografia del romanzo che tiene conto delle differenze territoriali all'interno della penisola e delle interazioni con l'editoria straniera, soprattutto francese. Nella seconda parte i protagonisti sono i circa 1050 scrittori che hanno pubblicato almeno un romanzo nel trentennio finale del secolo. Chi sono i romanzieri italiani di fine Ottocento? Da dove venivano, quale formazione avevano seguito? Cosa significava per loro scrivere un romanzo? Quali erano le loro aspettative e i loro obiettivi? Quali strategie dovevano intraprendere per inserirsi al meglio nel sistema editoriale? A partire da una banca dati, che repertoria le informazioni sui romanzi e sui loro autori, si è ricostruito un passaggio fondamentale della storia letteraria ed editoriale italiana, durante il quale la scrittura si avvia ad essere quello che può essere chiamato un mestiere.

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