Libro Sociologia del cinema. Dalla guerra dei sogni al «delitto perfetto» - editore: ETS - anno: 2021
EAN: 
9788846760807

Descrizione

Che cosa è la sociologia visuale? È possibile utilizzare il cinema per fare ricerca sociale? Quando nasce la sociologia del cinema? Qual è stato l’impatto della rivoluzione digitale globale sul nostro modello di società? Il testo cerca di fornire alcune risposte a questi grandi temi collegando in modo interdisciplinare alcuni contributi di grandi autori come Marc Augé, Noam Chomsky, Jean Baudrillard, Pierre Sorlin, André Bazin, Francesco Casetti, Byung-Chul Han. Un percorso storico, sociale e politico analizzato attraverso una serie di opere cinematografiche italiane che vanno dal 1932 ai giorni nostri (da Gli uomini che mascalzoni di Mario Camerini a Troppa grazia di Gianni Zanasi), utilizzando il cinema come “specchio della società”, una finestra sulla realtà, un “artefatto” il cui potere rivelatore sta nella distanza che crea tra il dato sociale e la sua rappresentazione. Immagine globale della realtà, il film non se ne distacca mai completamente: “come gli specchi che incorniciano, delimitano e a volte distorcono, ma in fondo riflettono ciò che riproducono, i film illustrano con efficacia vari aspetti della società contemporanea, con la capacità di far conoscere i tratti di un’identità culturale non accessibile attraverso altre forme” (Pierre Sorlin).

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Che cosa è la sociologia visuale? È possibile utilizzare il cinema per fare ricerca sociale? Quando nasce la sociologia del cinema? Qual è stato l’impatto della rivoluzione digitale globale sul nostro modello di società? Il testo cerca di fornire alcune risposte a questi grandi temi collegando in modo interdisciplinare alcuni contributi di grandi autori come Marc Augé, Noam Chomsky, Jean Baudrillard, Pierre Sorlin, André Bazin, Francesco Casetti, Byung-Chul Han. Un percorso storico, sociale e politico analizzato attraverso una serie di opere cinematografiche italiane che vanno dal 1932 ai giorni nostri (da Gli uomini che mascalzoni di Mario Camerini a Troppa grazia di Gianni Zanasi), utilizzando il cinema come “specchio della società”, una finestra sulla realtà, un “artefatto” il cui potere rivelatore sta nella distanza che crea tra il dato sociale e la sua rappresentazione. Immagine globale della realtà, il film non se ne distacca mai completamente: “come gli specchi che incorniciano, delimitano e a volte distorcono, ma in fondo riflettono ciò che riproducono, i film illustrano con efficacia vari aspetti della società contemporanea, con la capacità di far conoscere i tratti di un’identità culturale non accessibile attraverso altre forme” (Pierre Sorlin).

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