Libro Narrare la violenza. Cultura, cura e clinica - editore: Giovanni Fioriti Editore - anno: 2020
EAN: 
9788836250103

Descrizione

Si può narrare la violenza subita, vista, vissuta? Qual è l’atteggiamento eticamente corretto di accoglienza, ascolto e azione di un operatore sanitario (medico, infermiere, psicologo) di fronte a una persona vittima di una qualsiasi forma di violenza? Dall’antropologia medica, tramite la medicina narrativa, alla pratica infermieristica e la clinica biomedica e psicologica, il libro propone alcuni casi emblematici, tecniche e situazioni illustrate da esperti del settore, su cui riflettere e interrogarsi, soprattutto di fronte all’aumento continuo di vittime di violenza. Uno sguardo particolare è riservato alla violenza di genere, in particolare domestica, con le testimonianze dirette di donne italiane, che si raccontano in una forma di trauma indelebile inscritto nel corpo e nella mente. A questo si aggiunge invece il silenzio delle vittime straniere, spesso bambine e inserite nella rete della tratta, per le quali è richiesta un’alta formazione transculturale nella clinica e nel supporto psico-antropologico.

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Si può narrare la violenza subita, vista, vissuta? Qual è l’atteggiamento eticamente corretto di accoglienza, ascolto e azione di un operatore sanitario (medico, infermiere, psicologo) di fronte a una persona vittima di una qualsiasi forma di violenza? Dall’antropologia medica, tramite la medicina narrativa, alla pratica infermieristica e la clinica biomedica e psicologica, il libro propone alcuni casi emblematici, tecniche e situazioni illustrate da esperti del settore, su cui riflettere e interrogarsi, soprattutto di fronte all’aumento continuo di vittime di violenza. Uno sguardo particolare è riservato alla violenza di genere, in particolare domestica, con le testimonianze dirette di donne italiane, che si raccontano in una forma di trauma indelebile inscritto nel corpo e nella mente. A questo si aggiunge invece il silenzio delle vittime straniere, spesso bambine e inserite nella rete della tratta, per le quali è richiesta un’alta formazione transculturale nella clinica e nel supporto psico-antropologico.

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