Libro Camus e Dostoevskij. Il romanzo sulla scena - editore: Bulzoni - anno: 2007
EAN: 
9788878702110

Descrizione

Théâtre de l'Equipe, Algeri 1938; Théâtre Antoine, Parigi 1959. Due date incorniciano il fitto dialogo tra Camus e Dostoevskij, che inizia quando a 25 anni Camus interpretava Ivan Karamazov nell'adattamento di Jacques Copeau e che si completa con la messinscena dei Demoni. Se una lettura in movimento è un punto di partenza per l'aspirante scrittore, la creazione di un testo in azione diventa un'inafferrabile sfida per Camus. Eppure la questione dell'influenza è sempre un problema delicato da trattare perché non si sa dove comincia né dove finisce. È vero infatti che al di fuori dalla finzione del teatro, gli echi dostoevskijani si confondono in tutta l'opera di Camus e risuonano all'infinito come i segni di un mito antico: allora per catturarne il senso, senza arrestarne il dinamico movimento, occorre proprio tornare al teatro, luogo di verità per Camus per i limiti materiali e morali che impone. Alla base di questo libro c'è l'intenzione di rileggere in una prospettiva teatrale il rapporto tra i due scrittori, per mostrare che ciò che Camus amava in Dostoevskij era quel materiale paradossale, ibrido, informe, ricco di un'infinità di voci e di volti, di luci, suoni, silenzi, gesti e movimenti. Il libro si avvale di una sezione documentaria che include, oltre al materiale iconografico, quattro testi di Camus mai tradotti in italiano, tra cui uno ancora inedito in Francia.

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Théâtre de l'Equipe, Algeri 1938; Théâtre Antoine, Parigi 1959. Due date incorniciano il fitto dialogo tra Camus e Dostoevskij, che inizia quando a 25 anni Camus interpretava Ivan Karamazov nell'adattamento di Jacques Copeau e che si completa con la messinscena dei Demoni. Se una lettura in movimento è un punto di partenza per l'aspirante scrittore, la creazione di un testo in azione diventa un'inafferrabile sfida per Camus. Eppure la questione dell'influenza è sempre un problema delicato da trattare perché non si sa dove comincia né dove finisce. È vero infatti che al di fuori dalla finzione del teatro, gli echi dostoevskijani si confondono in tutta l'opera di Camus e risuonano all'infinito come i segni di un mito antico: allora per catturarne il senso, senza arrestarne il dinamico movimento, occorre proprio tornare al teatro, luogo di verità per Camus per i limiti materiali e morali che impone. Alla base di questo libro c'è l'intenzione di rileggere in una prospettiva teatrale il rapporto tra i due scrittori, per mostrare che ciò che Camus amava in Dostoevskij era quel materiale paradossale, ibrido, informe, ricco di un'infinità di voci e di volti, di luci, suoni, silenzi, gesti e movimenti. Il libro si avvale di una sezione documentaria che include, oltre al materiale iconografico, quattro testi di Camus mai tradotti in italiano, tra cui uno ancora inedito in Francia.

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