Libro Giudizio penale e ragionevole dubbio - editore: Cacucci - anno: 2017
EAN: 
9788866116172

Descrizione

Il principio dell'"oltre ogni ragionevole dubbio" rappresenta un passaggio decisivo tra le questioni di epistemologia generale e il quomodo della scelta giudiziaria penale, passaggio in cui si annodano inscindibilmente approcci disciplinari diversi e differenti interrogativi sul processo. Si pensi emblematicamente, da un lato, alle valutazioni nomologiche ed empiriche sul nesso causale, e, dall'altro, agli sforzi di individuare standard compatibili con la regola del dubbio in tema di cd. prova (neuro)scientifica in funzione dell'imputabilità. I giuristi, come si sa, sono legati al dato delle disposizioni e adoperano criteri esegetici in un ambito tendenzialmente chiuso, soprattutto quando si tratta di norme inserite sistematicamente in un codice, con il rischio evidente di lasciare in ombra aspetti più ampi, come il profilo politico-sociologico dell'intervento giudiziario, l'esercizio del potere dinanzi ai valori, il rapporto tra ermeneutica e ricerca processuale. Ed ecco l'importanza delle riflessioni lumeggiate dai filosofi in questo volume: quando l'intera opera, nella sua "unità del sapere", è stata metabolizzata dal lettore, la regola sancita dall'art. 533 c.p.p. sembra perdere il semplice connotato testuale, stagliandosi nell'orizzonte del dover essere giudiziario quale canone culturale attraverso cui filtrare l'esperienza più generale del diritto e del processo.

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Il principio dell'"oltre ogni ragionevole dubbio" rappresenta un passaggio decisivo tra le questioni di epistemologia generale e il quomodo della scelta giudiziaria penale, passaggio in cui si annodano inscindibilmente approcci disciplinari diversi e differenti interrogativi sul processo. Si pensi emblematicamente, da un lato, alle valutazioni nomologiche ed empiriche sul nesso causale, e, dall'altro, agli sforzi di individuare standard compatibili con la regola del dubbio in tema di cd. prova (neuro)scientifica in funzione dell'imputabilità. I giuristi, come si sa, sono legati al dato delle disposizioni e adoperano criteri esegetici in un ambito tendenzialmente chiuso, soprattutto quando si tratta di norme inserite sistematicamente in un codice, con il rischio evidente di lasciare in ombra aspetti più ampi, come il profilo politico-sociologico dell'intervento giudiziario, l'esercizio del potere dinanzi ai valori, il rapporto tra ermeneutica e ricerca processuale. Ed ecco l'importanza delle riflessioni lumeggiate dai filosofi in questo volume: quando l'intera opera, nella sua "unità del sapere", è stata metabolizzata dal lettore, la regola sancita dall'art. 533 c.p.p. sembra perdere il semplice connotato testuale, stagliandosi nell'orizzonte del dover essere giudiziario quale canone culturale attraverso cui filtrare l'esperienza più generale del diritto e del processo.

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