Libro Il rinvio pregiudiziale - editore: Giappichelli - anno: 2020
EAN: 
9788892133112

Descrizione

«A guardare questo volume e i numerosi contributi in esso raccolti vengono subito spontanee alcune domande: ma come mai, ancor oggi, si pubblica un intero volume dedicato al rinvio pregiudiziale e più in generale alla competenza pregiudiziale? E come mai si continua a discutere di una competenza nata ormai oltre sessant'anni fa con i Trattati di Roma e già oggetto di una sterminata messe di studi e di analisi, che ne hanno esplorato in profondità e in dettaglio tutti gli aspetti? Come mai insomma l'interesse e il fascino di questa procedura non solo non si sono mai attenuati, ma al contrario restano intatti e pongono la competenza pregiudiziale ancora al centro dell'attenzione della dottrina? Il fatto è che la procedura pregiudiziale ha attraversato tutti questi ormai numerosi anni registrando, pur nell'apparente continuità del suo modo di funzionare, una continua evoluzione per via dei nuovi problemi — o del loro diverso modo di presentarsi —che il suo stesso successo e, più in generale lo sviluppo dell'Unione europea, hanno fatto via via emergere, e ciò col risultato che le ragioni dell'attualità e dell'interesse per tale procedura sono state tenute sempre vive perché in realtà non sono mai state uguali nel corso del tempo. All'inizio, il problema era di far conoscere e utilizzare quella procedura, unica nel suo genere, in tutte le sue molteplici e importanti implicazioni. Questo è avvenuto con una certa fatica, ma nessuno può negare lo straordinario rilievo che essa, da ormai vari anni, ha assunto nella prassi della Corte. In misura crescente, infatti, le giurisdizioni nazionali hanno preso familiarità con tale procedura e vi hanno quindi fatto ricorso in modo sempre più frequente e convinto, fino ad utilizzarla come una "normale" procedura nazionale e non più — come avvenuto per molti anni — come uno strano, per non dire misterioso e quasi esotico meccanismo. La "timida" competenza pregiudiziale degli anni '60 è così diventata di gran lunga la più importante e la più esercitata tra tutte le pur numerose competenze attribuite alla Corte, al punto che ormai quasi i due terzi dell'attività di quest'ultima è assorbita dal suo esercizio. Ma una volta consolidatasi come strumento "ordinario" di esercizio dell'attività giurisdizionale della Corte, la competenza pregiudiziale ha subito un'ulteriore evoluzione, e cioè la crescita, non imprevedibile e tuttavia superiore ad ogni aspettativa, dell'utilizzazione della stessa da parte delle giurisdizioni supreme e i conseguenti rapporti tra queste ultime e la Corte di giustizia...» (Dalla presentazione di Antonio Tizzano)

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«A guardare questo volume e i numerosi contributi in esso raccolti vengono subito spontanee alcune domande: ma come mai, ancor oggi, si pubblica un intero volume dedicato al rinvio pregiudiziale e più in generale alla competenza pregiudiziale? E come mai si continua a discutere di una competenza nata ormai oltre sessant'anni fa con i Trattati di Roma e già oggetto di una sterminata messe di studi e di analisi, che ne hanno esplorato in profondità e in dettaglio tutti gli aspetti? Come mai insomma l'interesse e il fascino di questa procedura non solo non si sono mai attenuati, ma al contrario restano intatti e pongono la competenza pregiudiziale ancora al centro dell'attenzione della dottrina? Il fatto è che la procedura pregiudiziale ha attraversato tutti questi ormai numerosi anni registrando, pur nell'apparente continuità del suo modo di funzionare, una continua evoluzione per via dei nuovi problemi — o del loro diverso modo di presentarsi —che il suo stesso successo e, più in generale lo sviluppo dell'Unione europea, hanno fatto via via emergere, e ciò col risultato che le ragioni dell'attualità e dell'interesse per tale procedura sono state tenute sempre vive perché in realtà non sono mai state uguali nel corso del tempo. All'inizio, il problema era di far conoscere e utilizzare quella procedura, unica nel suo genere, in tutte le sue molteplici e importanti implicazioni. Questo è avvenuto con una certa fatica, ma nessuno può negare lo straordinario rilievo che essa, da ormai vari anni, ha assunto nella prassi della Corte. In misura crescente, infatti, le giurisdizioni nazionali hanno preso familiarità con tale procedura e vi hanno quindi fatto ricorso in modo sempre più frequente e convinto, fino ad utilizzarla come una "normale" procedura nazionale e non più — come avvenuto per molti anni — come uno strano, per non dire misterioso e quasi esotico meccanismo. La "timida" competenza pregiudiziale degli anni '60 è così diventata di gran lunga la più importante e la più esercitata tra tutte le pur numerose competenze attribuite alla Corte, al punto che ormai quasi i due terzi dell'attività di quest'ultima è assorbita dal suo esercizio. Ma una volta consolidatasi come strumento "ordinario" di esercizio dell'attività giurisdizionale della Corte, la competenza pregiudiziale ha subito un'ulteriore evoluzione, e cioè la crescita, non imprevedibile e tuttavia superiore ad ogni aspettativa, dell'utilizzazione della stessa da parte delle giurisdizioni supreme e i conseguenti rapporti tra queste ultime e la Corte di giustizia...» (Dalla presentazione di Antonio Tizzano)

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